Sangiuliano ha "vinto moralmente da uomo"? Sembra passato un secolo dalle sue dimissioni da Ministro della Cultura il 6 settembre 2024, dopo lo scandalo legato alla sua relazione o presunta tale con Maria Rosaria Boccia.
Ora l’ex ministro è tornato a fare il giornalista e ha trovato una sua collocazione a Parigi, come inviato e la Boccia vive e lavora, con un pizzico di notorietà in più, qualche grattacapo legale in più e una Rita De Crescenzo, nota tiktoker di cui si occupa alacremente.
La vicenda di Sangiuliano è una questione che richiede di valutare il suo comportamento e le sue scelte in un contesto personale e pubblico, è vero, farlo a bocce ferme ha una qualche chance in più di distacco, ma la risposta dipende da come si interpreta la "vittoria morale" che a mio avviso c’è eccome. Quando Genny Sangiuliano, giornalista e politico di lungo corso, si è trovato al centro di una tempesta mediatica accanto alla Boccia, imprenditrice e influencer, riguardo un ruolo di consulente al Ministero, pubblicando foto e documenti che suggerivano un coinvolgimento diretto nelle sue attività istituzionali, tutto sembrava scricchiolare. L’opinione pubblica ha un po’ subito le vicende, mentre giornalisti o presunti tali, svisceravano ogni sillaba di quel breve rapporto tra i due. Lui ha dapprima negato, poi ammesso una relazione extraconiugale in un’intervista a TG1 il 4 settembre 2024, scusandosi pubblicamente con la moglie Federica Corsini e con Giorgia Meloni per l’imbarazzo causato. Francamente non credo che quell’intervista sia stata così necessaria, utile. Ho trovato tutta l’atmosfera morbosa e ho avuto l’impressione di trovarmi davanti al buco di una serratura, mentre una moglie, non aveva scampo da quella scellerata vicenda.
Sangiuliano ha sostenuto che la nomina di Boccia non fosse mai stata formalizzata per evitare conflitti d’interesse e che le spese di lei fossero a suo carico, non pubbliche. Ora sappiamo che era tutto vero e che lo era per me era evidente prima di “prima”.
Due giorni dopo l’allora ministro, ha rassegnato le dimissioni, accettate da Meloni, che lo ha definito “un uomo onesto” per il suo lavoro al Ministero. Certo che era onesto, infatti, Sangiuliano è stato l’unico ministro a chiedere ufficialmente indietro le opere italiane che si trovano al Louvre e che non sono state ancora restituite.
Comunque, tornando all’oggi, dal punto di vista morale, alcuni potrebbero sostenere che Sangiuliano abbia “vinto” come uomo assumendosi la responsabilità delle sue azioni: ha riconosciuto l’errore, si è scusato con le persone coinvolte e ha lasciato l’incarico, evitando di prolungare una situazione che danneggiava la sua credibilità e quella del governo. Questo gesto potrebbe essere visto come un atto di dignità, un sacrificio per preservare integrità personale dopo un errore, che io definirei una scivolata amplificata e da altri ampiamente montata come una torta Susanna tutta panna.
La sua insistenza nel voler restare al potere fino all’ultimo, nominando 18 persone in una commissione cinematografica poco prima di dimettersi, potrebbe inoltre suggerire un attaccamento al ruolo più che un’uscita nobile, invece sono state azioni di un ministro che stava lavorando e non c’era motivo che non lo facesse.
Se “vincere moralmente da uomo” significa affrontare le conseguenze delle proprie azioni con un’assunzione di responsabilità, Sangiuliano potrebbe averlo fatto, almeno in parte, con le dimissioni e le scuse. Mantenere una coerenza etica, serviva a mantenere anche una reputazione intatta, che qualche mese fa vacillava.
Il fatto che il Tribunale dei Ministri abbia archiviato le accuse di peculato e rivelazione di segreto d’ufficio nei suoi confronti, come riportato da varie fonti l’8 aprile 2025, significa che non si procederà penalmente contro di lui per quei capi d’imputazione. Legalmente, è una vittoria, pubblicamente è un successo, perché l’ex ministro esce pulito da un’inchiesta che avrebbe potuto avere conseguenze molto gravi sulla sua carriera e reputazione. L’archiviazione, richiesta dalla stessa procura di Roma e confermata dal Tribunale, indica che non sono state trovate prove sufficienti per sostenere le accuse mosse originariamente da Angelo Bonelli, sempre riguardo la torta Susanna tutta panna.
Le dimissioni da Ministro della Cultura che lui stesso ha definito tormentata in un’intervista a Open del 10 aprile 2025, dove ha parlato di mesi di sofferenza e di un “massacro mediatico” devono essergli costate moltissimo, poiché egli esercitava il suo mandato con grande entusiasmo. Lui stesso ha detto di non sapere se dimettersi sia stata la scelta giusta, suggerendo un conflitto interiore. Anche se prosciolto legalmente, il danno d’immagine c’è stato e alcuni tasselli devono ancora andare al loro posto
Sul piano pratico, Sangiuliano ha ripreso la sua carriera: dal 1° aprile 2025 è corrispondente RAI a Parigi, un incarico che segna un nuovo inizio. Se “vincere” significa essersi lasciato alle spalle le accuse e aver ritrovato una stabilità professionale, allora sì, in un certo senso ha vinto.
La vicenda si concluderà quando Gennaro Sangiuliano "vincerà" contro Maria Rosaria Boccia in un confronto legale. Boccia è indagata per stalking, lesioni, interferenze illecite nella vita privata e diffamazione, accuse riformulate dalla procura di Roma a marzo 2025 dopo una denuncia di Sangiuliano. La perquisizione a casa sua a settembre 2024, con il sequestro di cellulare e occhiali smart, e il suo interrogatorio di cinque ore a marzo 2025 indicano che l’indagine su di lei è ancora in corso, ma non è chiaro se e quando si arriverà a un processo.
In termini legali, Sangiuliano ha già “vinto” la sua battaglia difensiva, poiché le accuse contro di lui sono cadute. Per quanto riguarda la possibilità di vincere un’eventuale azione contro Boccia (ad esempio, ottenendo una condanna per stalking o diffamazione), le sue chance dipendono dalla forza delle prove che ha fornito – chat, audio, documenti – e dalla capacità della procura di dimostrare i reati. Le foto di una ferita alla fronte, attribuita a Boccia, e le presunte pressioni psicologiche (come la storia della presunta gravidanza) potrebbero rafforzare il suo caso. Diciamo che, al momento, Sangiuliano parte avvantaggiato, con un 60-70% di possibilità teorica di successo, assumendo che le prove siano solide e che il procedimento arrivi a conclusione.
Se invece intendiamo una “vittoria” morale o d’immagine, la situazione è più sfumata. Sangiuliano ha subito un duro colpo e Boccia, d’altro canto, ha perso credibilità come figura pubblica, ma ha guadagnato visibilità (i suoi follower su Instagram sono esplosi da 27 mila a oltre 136 mila). Le “possibilità di vincere” dipendono dal pubblico di riferimento. Ma l’esito finale dipenderà dal processo a lei, ancora incerto. Moralmente/pubblicamente: Nessuno dei due ha davvero “vinto”. L’emancipazione femminile ahimè galleggia
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